martedì 12 settembre 2017

Sette giorni di Te di Cecilia Vinesse, recensione in anteprima

Ciao Crazy!!!
Oggi, edito Piemme, esce Sette giorni di Te di Cecilia Vinesse, uno young adult ambientato tra le caotiche strade di Tokio.
L’ho letto per voi e adesso vi dico cosa ne penso.

Sette giorni di te Titolo: Sette giorni di te
Autore:
Cecilia Vinesse
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Piemme
Data: 12 settembre 2017
Genere: Young Adult
Categoria: odio/amore
Narrazione: prima persona, pov femminile
Finale: No cliffhanger
Coppia: Sophia, teenager franco polacca; Jamie, figlio dell’ambasciatore australiano.

Sophia ha sette giorni da trascorrere a Tokyo prima di tornare negli Stati Uniti. Sette giorni per salutare la città elettrica, il suo migliore amico e il ragazzo per il quale ha coltivato per anni una cotta semi-segreta. Sette giorni perfetti... fino a che Jamie Foster-Collins non ritorna in Giappone e rovina tutto.
Jamie e Sophia hanno una storia finita col cuore infranto, e l'ultima cosa che Sophia vuole è che lui le rovini la partenza con il suo stupido arrivo. Tuttavia, col passare della settimana, le relazioni che ha pensato fossero stabili cominciano ad esplodere intorno a lei. E Jamie è quello che la aiuta a raccogliere i pezzi. Sophia è costretta ad ammettere che forse ha giudicato male Jamie, ma i loro sette brevi giorni di avventure a Tokyo porteranno a qualche cosa oltre che ai saluti?



Che dire, la storia di Sophia aveva dei meravigliosi presupposti che però si sono infranti praticamente subito. Il primo presupposto che mi aveva attratto dopo la lettura della sinossi era l’ambientazione e proprio l’ambientazione, vera protagonista di Sette giorni di Te, è stata il vero buco nell’acqua. Fermo restando la passione orientale che l’autrice fa trasudare a ogni riga, per la prima metà del libro troppe volte mi sono dovuta fermare per cercare termini o foto attraverso Google. D’accordo, c’è un glossario a fine libro - che io avrei messo all’inizio - però non si può dare per scontato che una cultura così differente dalla nostra sia conosciuta con tale profondità. Già nelle descrizioni iniziali il lettore è bombardato di informazioni - nomi degli amici, luoghi, situazione familiare, salti temporali - che non c’era bisogno di aggiungere termini giapponesi a tutto spiano. Shibuya, Pierogi, Geta sono solo alcuni e francamente, nonostante ami trovare libri che mi insegnino qualcosa di nuovo, in questo caso nulla è spiegato e questo, assieme a descrizioni troppo lente e soporifere, ha dato un colpo mortale al mio parere.
Secondo presupposto non mantenuto è l’idea originale di creare un countdown a inizio di ogni capitolo. Quello che doveva infatti nascere come elemento di suspense diventa una tortura. Personalmente non vedevo l’ora di arrivare alla fine, di arrivare a qualcosa di più concreto oltre i vertiginosi cambi di ambientazione, scena e tempo.
Dopo tre quarti di libro, arresa ormai alla mia ignoranza, finalmente entra in scena il vero scheletro narrativo, ovvero l’affetto celato da antipatia che Sophia prova per Jamie. Inizialmente, tra il marasma di parole, non si capisce il perché lei voglia evitare quel ragazzo tornato dopo tre anni nella sua comitiva di amici e con cui, però, ha meravigliosi ricordi, poi come ogni Young che si rispetti viene a galla la verità che li ha tenuti lontani: Jamie, a differenza dei ragazzi da cui è attratta Sophia è un bellissimo Nerd, che arrossisce quando gli fanno un complimento e che ha la pelle coperta da lentiggini. È un ragazzo sensibile che le ha fatto scoprire nuove passioni, che ha il raro dono di ascoltarla. Sophia lo cerca con lo sguardo durante le ultime uscite prima di lasciare il Giappone per poi allontanarlo con le parole, si scopre gelosa di lui e arrabbiata per il poco tempo rimasto a disposizione. L’unica nota positiva del libro è, a mia opinione, proprio il poco tempo che i due trascorrono insieme prendendosi per mano nella loro unica notte trascorsa tra le viuzze di una città che non dorme mai, dove le luci dei locali brillano accecanti, dove il ramen profuma di tradizione e dove due ragazzi giovani scoprono i loro sentimenti. 
Solo a quel punto, il countdown inizia a fare l’effetto per cui era nato. Le ore passano, così i minuti e l’ora di lasciare il Giappone si avvicina.
Il finale, che non svelo per ovvie ragioni, ha un sapore dolceamaro ma condivisibile che potrebbe lasciare aperta la strada per un seguito e che, però, purtroppo ha acceso la scintilla troppo tardi.
Sette giorni di te è uno young che non mi sento troppo di consigliare, almeno tre volte ha avuto sulla sottoscritta effetti sedativi – e il kindle quando ti cade sulla faccia non è mai un buon segnale - e personalmente avrei sfoltito, sfoltito e ancora più sfoltito la parte iniziale che resta il biglietto da visita fondamentale di una lettura.
Nota positiva, che per oggettività sottolineo di nuovo è la passione dell’autrice per l’oriente che non può non trasparire in ogni descrizione di Tokio.
Se siete amanti di una cultura così viscerale, colorata ed esuberante non potete non leggere questo lavoro della Vinesse, per il resto, se volete qualcosa che vi tenta svegli probabilmente è meglio cambiare libro.

1 commento:

  1. no direi che vista la copertina e letta la trama, questo libro decisamente non è tra quelli che smanio per leggere!

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