giovedì 5 ottobre 2017

C’era una volta a New York di Cecile Bertod, recensione in anteprima

Carissime Crazy,
Il libro che ho letto in anteprima per voi oggi è C’era una volta a New York di Cecile Bertod, in uscita oggi 5 Ottobre per Newton Compton.
Una nuova sorpresa da parte dell’autrice che stavolta ci ha proposto uno storico. Ma attenzione, non è il classico storico a cui siete abituate; quello canonico insomma. È una storia piena di brio e humor che ha la possibilità di convincere anche le poco amanti di questo genere.

C’era una volta a New York Titolo: C’era una volta a New York
Autore:
Cecile Bertod
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Newton Compton
Data: 5 Ottobre 2017
Genere: History Romance
Categoria: Odio/amore
Narrazione: terza persona, pov multiplo
Finale: No cliffhanger
Coppia: Sophie Riou, Contessa in cerca di un buon partito; Xavier Lesage, borghese che si caccia sempre nei guai.


Fin da bambina Sophie ha sognato di sposare un nobiluomo con una rendita sufficiente a garantirle il tipo di vita a cui è stata abituata: circoli esclusivi, vestiti d’alta moda, serate di gala. Ma, malgrado l’indiscutibile fascino, non è ancora riuscita a realizzare il suo proposito e, alla soglia dei ventotto anni, sa di non avere più molto tempo a disposizione. Alric, per quanto vecchio e terribilmente noioso, potrebbe rappresentare l’ultima possibilità per sistemarsi e così, una mattina, Sophie indossa il suo abito migliore e lo raggiunge, decisa ad accettare la sua proposta. C’è però una cosa che Sophie non ha previsto: il suo nome è Xavier. Un piccolo-borghese mai visto prima che irrompe nel salotto di rue d’Orsel deciso a infangare il suo buon nome. Xavier sostiene che Sophie non sia affatto la donna che vuol far credere, ma anzi, che un tempo sia stata la sua amante e ora gli nasconda suo figlio. Xavier non intende lasciarla andare prima di averlo ritrovato. Sotto lo sguardo sgomento di Alric, Sophie viene trascinata via e condotta su una nave che salpa per New York. E da quel momento inizia la sua sorprendente avventura…


Ricordo molto bene la prima volta che sentii parlare di questo libro, l’autrice aveva pubblicato il primo capitolo sul suo sito ufficiale e io incuriosita lo lessi.
All’epoca la protagonista si chiamava ancora Cecile Bertod, e come raccontato dalla stessa scrittrice è questo personaggio che le ha poi regalato il nome di penna che adesso conosciamo così bene.
Così la contessa Cecile Bertod è diventata Sophie Riou, ma tutto il resto è rimasto invariato. Rimasi molto colpita da un inizio così eclatante, con il primo colpo di scena subito nel primo capitolo; un fulmine a ciel sereno nella vita tranquilla e ben pianificata di Sophie.
Alla fine del capitolo una domanda su tutte mi rimase in testa, ed era poi la prima cosa che mi tornava subito in mente in riferimento a questa opera. E la domanda è: Che fine ha fatto il bambino? Questo era uno degli interrogativi che mi spremeva le meningi e finalmente ho potuto trovare risposta.
Come dicevo non è uno storico tipico, con la tipica trama o impostazione. Certo io non posso fare un grande confronto perché la mia esperienza di storici è davvero poca. Ma una cosa posso assicurarvela, se è riuscito a convincere perfino me che non sono molto amante del genere, voi non dovreste avere davvero nessun problema. 
Il principale pregio dei protagonisti è essere il tipo di personaggi a cui ci ha abituati Cecile Bertod. Pieni di caratteristiche peculiari, con i loro difetti e in tutta la loro splendida imperfezione.
Sophie è la perfetta nobildonna del suo tempo: bella, impeccabile ed educata, disincantata e ben addestrata a muoversi nella società in cui vive. Superficiale. È una contessa e sa che se vuole mantenere il tenore di vita a cui è abituata, e lei lo vuole assolutamente mantenere, deve fare un buon matrimonio scegliendo il partito giusto.
I sentimenti sono solo sciocchezze che una donna del suo ceto non può permettersi, eppure dentro di sé nasconde una vera e propria tempesta di emozioni.
È una donna forte, un po’ permalosa, supponente e testarda; insomma una bella gatta da pelare per il suo rapitore, il povero Xavier.
Xavier è davvero un bravo ragazzo, rapitore ma bravo ragazzo. Il suo problema è che proprio non riesce a evitare di infilarsi sempre in situazioni complicate e a finire nei guai. Le sventure della sua vita lo portano a dover vivere alla giornata e a cercare di sopravvivere in qualsiasi modo riesca. E proprio questa sua attitudine a cacciarsi nei guai lo portano al rapimento di Sophie, eppure in realtà è una brava persona e subisce più di quello che infligge.
Testardo almeno quanto Sophie, il loro è un continuo duello di menti, eppure ci mette pochissimo per passare dal ruolo di rapitore a quello di protettore, fino ad arrivare a quello di uomo innamorato.
Eh si perché tra un litigio e l’altro i due si troveranno sempre più vicini, e a stretto contatto impareranno a conoscersi davvero finchè galeotto sarà il transatlantico.
Nonostante il colpo di scena del rapimento nel primo capitolo, in realtà la parte iniziale del romanzo è un po’ lenta e ci ho messo un po’ per ingranare. Ma una volta che il romanzo entra nel vivo, che corrisponde al momento in cui i nostri protagonisti si imbarcano sul Coraline, il romanzo incrementa il suo ritmo e cattura completamente la lettrice che comincia a seguire la vera avventura di Sophie e Xavier in viaggio verso New York.
Il linguaggio usato non è esattamente semplice e lineare, ma è in linea senza dubbio col periodo storico di ambientazione e risulta per questo più coerente, sicuramente sarà più familiare a chi, come me, ha letto i grandi classici ma non è poi così ostico da scoraggiare anche una lettrice più moderna.
Insomma se volete leggere una storia in cui la protagonista si innamora del suo rapitore non vi serve per forza leggere un Dark Romance, potete imbarcarvi insieme a Sophie e Xavier.
Come? La recensione è finita e non vi ho detto che fine ha fatto il bambino? Beh dovete aspettare di leggerlo, come ho dovuto fare io.

Un bacio,
Patty







C’era una volta a New York

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