martedì 31 ottobre 2017

Qualcosa succederà di Martina Haag, recensione

Buonasera Crazy.
Oggi vogliamo parlarvi di Qualcosa succederà di Martina Haag, famosa scrittrice scandinava, pubblicato il 19 ottobre dalla casa editrice Tre60. Il romanzo narra la storia di una donna quarantenne, una scrittrice sposata con due figli, che deve affrontare le conseguenze del devastante divorzio dal marito. Un periodo di solitudine immersa nella natura può essere la giusta cura per ritrovare se stessa e la spinta per ricostruire la propria vita? Ecco la nostra recensione.

Qualcosa succederà Titolo: Qualcosa succederà
Autore:
Martina Haag
Serie:  non fa parte di una serie
Editore:
Tre60
Data: 19 ottobre 2017
Genere: Narrativa
Categoria: rinascita personale
Narrazione: prima persona, pov femminile
Finale: No cliffhanger
Coppia: Petra Wallin, una scrittrice che deve affrontare il divorzio dal marito.


Da quando il marito l’ha lasciata per un’altra donna, Petra Wallin, scrittrice di successo, è devastata dal dolore. Coi figli lontani – in vacanza col padre – le sue giornate sono colme di ansia e di incertezza per il futuro, acuite dalla sua incapacità di scrivere quel nuovo, grande romanzo che la sua agente aspetta da tempo. Così, quando le propongono di sostituire per tre settimane il custode di un rifugio nel parco nazionale di Sarek, Petra vede in quell’occasione una possibilità di fuga dalle sue sofferenze.
In quell’angolo remoto della Svezia, in compagnia del suo gatto e del computer, Petra si immerge in una realtà fatta di silenzio e solitudine, scandita dall'incontro con i turisti di passaggio – con le loro storie e le loro stravaganze – e da lunghe passeggiate nella natura. E ben presto scoprirà che la sua non è stata una fuga, ma un modo per fare i conti con il passato. Per trasformare il dolore nella forza necessaria a ricomporre i frammenti della vita. Per aprirsi a un futuro nuovo e tutto da vivere.


Petra è una donna a pezzi. La sua famiglia è a pezzi, dopo che il marito, quasi di punto in bianco e senza fornire spiegazioni o pentimenti, le ha chiesto il divorzio, lasciandola per un’altra donna. Dopo interi mesi in cui non ha fatto altro che esistere, barcamenandosi tra un’apparenza serena per il bene dei suoi bambini e le notti insonni e gli attacchi di panico, decide che è il momento di provare a vivere. Di provare a ritrovare se stessa: al di là del suo matrimonio fallito, al di là di un amore che pensava eterno, al di là delle speranze di una riappacificazione, al di là del dolore che le attanaglia il cuore e il respiro.
Decide così di candidarsi come sostituta per la gestione di un rifugio nell’estremo nord della Svezia, all’interno di un parco nazionale in cui la natura e la solitudine fanno da padroni. Trascorrerà tre settimane a contatto con se stessa, cercando di portare avanti il progetto di un romanzo che è in stallo da mesi e provando a superare il dolore. I pochi escursionisti che incontrerà, non le toglieranno il tempo per riflettere e per fare i conti col passato e, perché no, progettare un nuovo futuro. 
Ambientato in un paesaggio naturale mozzafiato, tipico delle foreste del nord Europa, questo romanzo racconta con molta onestà la storia di una donna che deve affrontare un evento inatteso e terribile: la fine di un amore, la fine di un matrimonio, la fine di una famiglia. Tramite flashback dei mesi precedenti al periodo nel rifugio, Petra racconta al lettore ciò che è successo con il marito. Non vi nego che leggere nero su bianco il dolore provato da questa donna mi ha provocato una morsa allo stomaco e una stretta al petto. Tutta quella sofferenza mi è sembrata estremamente reale e tangibile, difficile da leggere, figuriamoci da vivere. Petra ha dimostrato di essere una donna fragile, segnata nel fisico e nella psiche dal tradimento di un uomo che le aveva giurato amore eterno, un uomo per cui non si riesce a provare la minima comprensione. A questa parte molto coinvolgente da un punto di vista emotivo, fanno da contraltare i capitoli ambientati al presente, nella solitudine del parco nazionale.
Ahimé, in queste pagine non ho avvertito la benché minima emozione, e, per buona parte, non mi è parso di scorgere alcun percorso di rinascita da parte della protagonista. Il finale è piuttosto simbolico ed evocativo, ma anche questo non mi ha particolarmente coinvolta.
Nel complesso, si tratta di un buon romanzo, molto snello grazie alle sue duecento pagine, che alterna parti più accattivanti ad altre di minor impatto. Lo consiglio a chi abbia voglia di una storia di rinascita personale, per ricordarsi sempre che dal fondo si può solo che risalire. Ed è importante farlo per la propria vita, la propria dignità, la propria intelligenza.

Buona lettura,
Liliana








Qualcosa succederà



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