mercoledì 14 marzo 2018

The Nowhere Girls di Amy Reed, recensione

Ciao Crazy,
Oggi mi sento davvero fortunata perchè ho la possibilità  di raccontarvi, grazie al blog, le mie impressioni su questo attualissimo romanzo di Amy Reed: The Nowhere Girls, pubblicato dalla Piemme il 27 febbraio 2018. Il libro è uno young adult, a brevi tratti romantico, ma non possiamo definirlo certo un romance. È ambientato in un liceo di Prescott dove tre ragazze: Grace, Rosina e Erin pur essendo diverse tra di loro, diventano molto amiche; unico punto in comune è la voglia di rivalsa e soprattutto la sete di giustizia nei confronti di una cittadina che ha abbandonato Lucy: una ragazza che dopo aver subito uno stupro di gruppo, non è stata creduta dai suoi amici e dalle autorità.
Incredibile quanto sia al passo con i tempi leggere la storia di queste ragazze coraggiose, soprattutto nel momento storico in cui ci troviamo; parlo del caso di Harvey Weinstein (il famoso produttore di Hollywood accusato di aver molestato sessualmente attrici super note, come Angelina Jolie e Salma Hayek ) e la risposta dell’organizzazione Time's Up, fondata l'1 gennaio 2018 da diverse celebrità hollywoodiane in difesa delle donne che hanno subito dei soprusi e ingiustizie.






Titolo: Nowhere girls

Autore: Amy Reed

Editore: Edizioni Piemme

Genere: Young adult

Data: 27 febbraio 2018

Categoria: liceo, bullismo, ribellione

Narrazione: terza persona, pov alternati

Finale: No cliffhanger.





Chi sono le Nowhere Girls? Sono tutte le ragazze, ma per cominciare sono in tre: Grace, tenera e impacciata, è nuova in città, dove si è dovuta trasferire a causa dei pregiudizi nei confronti della madre; Rosina, lesbica e punk, sogna di diventare una rockstar, ma è costretta a lavorare nel ristorante messicano di famiglia; ed Erin, un'asperger con due fissazioni, Star Trek e la biologia marina, vorrebbe assomigliare a un androide ed essere in grado di neutralizzare le emozioni. In seguito a un episodio di stupro rimasto impunito, le tre amiche danno vita a un gruppo anonimo di ragazze per combattere il sessismo nella scuola. Le Nowhere Girls.


“Molto spesso la chiave per la sopravvivenza è la mutazione,
il cambiamento,
e molto spesso quel cambiamento 
è solo frutto di un incidente.”

E’ davvero strano. Un giorno credi che la tua vita sia rovinata per sempre, perchè sei stata cacciata dalla comunità dove hai vissuto la tua intera esistenza, per colpa di una madre pastore battista, un po’ troppo liberale per i gusti di una chiesa protestante, che ritiene inaudito sposare una coppia gay. E poi un giorno ti ritrovi in una nuova cittadina dell’Oregon, dove la tua cara mamma predicatrice viene accolta, sempre in una chiesa protestante, come una rockstar, proprio per il suo pensiero liberale e per la sua voglia di condividere l’amore di Dio con il mondo intero.
Ecco cosa a accade a Grace, quando si trasferisce nella umida Prescott, ma nonostante sia felice per sua madre e la sua famiglia, lei si sente ancora incompleta, la risposta a questa insofferenza è proprio sotto i suoi occhi, in quanto Grace dorme nella stessa camera di una ragazza che ha sfogato le sue frustrazioni su un muro, allora la curiosità prende il sopravvento. Chi viveva in quella camera? E perchè percepisce così tanto dolore attraverso quel muro?
Ben presto la sua curiosità sarà soddisfatta, in quanto sceglie di sedersi al tavolo della mensa con le “emarginate” della scuola Rosina e Erin. La prima è una ragazza di origini messicane, alta, bella, lesbica, punk, irruente e coraggiosa; Erin è invece introversa, ma non potrebbe essere altrimenti visto che è un’asperger, lei è così schietta che spaventa, all’apparenza per nulla empatica e con un fisico da modella coperto da vestiti troppo larghi.
Loro raccontano a Grace cosa è accaduto a Lucy, la ragazza che prima dormiva nella sua camera. E’ stata stuprata da alcuni dei più famosi giocatori di football che frequentano la sua scuola, ma tutti restano impuniti, anzi continuano ad essere venerati dai loro compagni, mentre la povera Lucy viene vista come la ragazza che per essere più popolare si è inventata questo mega scandalo. La rabbia e la voglia di cambiare il mondo prendono il sopravvento in Grace, che dopo aver letto i post squallidissimi del blog “I veri uomini di Prescott”, scritto in anonimato da un ex studente che ha stuprato anche lui Lucy, vuole andare in fondo a questa faccenda, tartassando così, le sue nuove amiche, che covavano da tempo questa insoddisfazione nei confronti della loro scuola, della loro preside e soprattutto nei confronti della loro società sessista.
Improvvisamente nasce in loro tre,  la voglia di creare un movimento: Le Nowhere girls, così restando in anonimato, scrivono una e-mail a tutte le ragazze della scuola, pubblicando i nomi dei colpevoli che hanno contribuito alla tragedia di Lucy e esprimendo la loro rabbia, e la voglia di cambiare le cose, fissando un incontro segreto con tutte le loro compagne.


Il successo dell’incontro è inaspettato, e piano piano, il movimento prende il sopravvento sotto forma di volantini firmati dalle Nowhere girls, tutti si chiedono chi sono, ma iniziano soprattutto a farsi qualche domanda su chi è a loro vicino, cercano di farsi un esame di coscienza, una coscienza rimasta per troppo tempo rinchiusa tra le barriere dei pregiudizi, delle classi sociali, e della poca apertura mentale verso l’altro, il diverso.


Quanto ho amato questo libro, non so davvero spiegarlo, sono così entusiasta di averlo letto per voi. Ho già accennato alla sua attualità e all’inerenza con il periodo che stiamo vivendo; un’altra coincidenza che ho vissuto in questi giorni, in cui ero impegnata a leggere il romanzo di Amy Reed, è stata la premiazione come miglior attrice protagonista di Frances McDormand alla serata degli Oscar 2018. In “Tre manifesti ad Ebbing Missouri” lei interpreta Mildred Hayes mamma di Angela, morta da un anno dopo essere stata violentata e bruciata viva. Un giorno si accorge che sulla strada che porta alla sua casa vi sono tre cartelloni pubblicitari in disuso. Decide di affittarli e vi fa affiggere sopra tre frasi: "Stuprata mentre stava morendo", "E ancora nessun arresto", "Come mai, sceriffo Willoughby?”.
Non vi sembra incredibile di quanto sia simile alla storia delle nostre Nowhere girls? Possiamo paragonare benissimo il loro ruolo al personaggio di Mildred, sono tutte donne che lottano per la verità, per avere giustizia e per essere ascoltate.
Avrei voluto scrivere una tesi su questo romanzo, perchè è così ricco di spunti, di tematiche, che una piccola recensione come la mia non basta.  Bisogna anche dire che The nowhere girls, nonostante tratti argomenti abbastanza spinosi, si fa leggere in maniera molto piacevole, scorre che è una meraviglia, e poi vi assicuro il vostro cuore palpiterà per una storia d’amore in particolare. Si, perchè le nostre paladine Grace, Rosina e Erin incontreranno anche l’amore durante il loro percorso di rivincita e ribellione. Un personaggio a cui mi sono particolarmente affezionata è stato quello di Erin, lei è davvero speciale, la sua passione per le creature marine, la sua routine, le sue immersioni nella vasca da bagno e i suoi schemi mi hanno trasportato nel suo mondo, e l’autrice è stata così brava a descrivere le sue emozioni, l’intelligenza a tratti geniale, contornata da una sottile ironia, mi ha fatto completamente innamorare di lei. Quello che più mi ha colpito erano i suoi pensieri, la convinzione che lei, in realtà, non è una persona ma un androide e pensa come esso. Questa sua caratteristica: il suo essere distopico, mi ha ricordato un ipotetico personaggio di Philip K Dick, chi meglio di lui avrebbe potuto capire Erin, e il suo sentirsi inadeguata in un mondo dove essere diversi non è un valore aggiunto ma semplicemente un motivo di discriminazione.
The Nowhere girls, dunque non è un semplice romanzo ma una lotta, una segno di protesta contro il bullismo e qualsiasi tipo di discriminazione e sopratutto è un manifesto di quello che noi donne dovremmo essere: coraggiose, sicure e oneste.
Davvero spero che possiate leggerlo perchè mi sono sentita una persona migliore dopo averlo finito.

Antonella












1 commento:

  1. Oh. Mio. Dio. Questo libro.
    In fondo non permettessimo dal punto di vista letterario, almeno secondo me, ma - Dio! - che messaggio.
    Un libro di violenza e di speranza, di annientamento, ma anche di affermazione di sé e rinascita.
    Bello, direi un must nella biblioteca di ogni lettore, a maggior ragione se lettrice.
    Trovi la mia estatica recensione quiii ahah.
    Un abbraccio, bellissima recensione!
    Rainy

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