lunedì 12 marzo 2018

Uno di noi sta mentendo di Karen McManus, recensione

Ciao Crazy.
Oggi vi proponiamo la recensione di Uno di noi sta mentendo di Karen McManus, uno young adult colmo di mistero, sospetti e bugie, edito da Mondadori e disponibile in tutti gli store dal 6 marzo. Ambientato nella cittadina californiana di Bayview, questo romanzo strizza l’occhio al celebre film The Breakfast Club e a serie tv come Pretty Little Liars, raccontando le vicende di cinque liceali, accomunati da un’ora di punizione nella stessa aula e dal fatto di non essere come appaiono. Quando la tragedia colpisce, da quell’aula usciranno vivi solo in quattro. Cosa è successo davvero a Simon? Qualcuno sta mentendo? E se lo stessero facendo tutti? Seguiteci per saperne di più e, se vi avremo incuriosito, potrete aderire alla lettura condivisa proposta da Mondadori, seguendo sui vari social l’hashtag #unodinoistamentendo, per tentare di scoprire il colpevole.



Titolo: Uno di noi sta mentendo

Autore: Karen McManus

Editore: Mondadori

Data: 6 marzo 2018

Genere: young adult

Categoria: gialli e thriller

Narrazione: prima persona, pov multipli

Finale: No cliffhanger







"Era una bugia che raccontavo perché era più facile della verità. E perché un po' ci credevo. So cosa significa raccontarsi una bugia così tante volte da farla diventare realtà. Ma la verità viene sempre fuori. Prima o poi."
Cinque studenti sono costretti a trascorrere un'interminabile ora di punizione nella stessa aula. Bronwyn, occhiali e capelli raccolti da studentessa modello, non ha mai infranto le regole in vita sua e vive per essere ammessa a un'università prestigiosa e rendere fieri i suoi genitori. Nate, capelli scuri disordinati e un giubbino di pelle malandato, è in libertà vigilata per spaccio di erba e sembra a un passo dall'andare completamente alla deriva. Cooper, il ragazzo d'oro con cui tutte vorrebbero stare, è la star della scuola e sogna l'ingaggio in una grande squadra di baseball. Addy, una chioma di folti ricci biondi e un viso grazioso a forma di cuore, sta cercando di tenere insieme i pezzi della sua vita perfetta. Infine Simon, l'emarginato, lo strano, che, per prendersi la sua rivincita su chi lo ha sempre trattato male, si è inventato una app che rivela ogni settimana dettagli piccanti della vita privata degli studenti. Pur conoscendosi da anni, non possono certo definirsi amici. Qualcosa li unisce, però. Nessuno di loro è davvero e fino in fondo come appare. Ognuno di loro dietro alla facciata "pubblica" nasconde molto altro, un mondo di fragilità, insicurezze e paure, ma anche di segreti piccoli e grandi di cui nessuno, o quasi, è a conoscenza. Da quell'aula solo in quattro usciranno vivi. All'improvviso e senza apparente motivo, Simon cade a terra davanti ai compagni e muore. Non appena si capisce che quella che sembrava una morte dovuta a un improvviso malore in realtà è un omicidio, il mondo di Bronwyn, Nate, Cooper e Addy inizia a vacillare. E crolla definitivamente quando la polizia scopre che i protagonisti di un ultimo post mai pubblicato di Simon sono proprio loro. In men che non si dica, i quattro ragazzi da semplici testimoni diventano i principali indagati dell'omicidio...



Un’ora di punizione in un liceo di una bella cittadina alle porte di San Diego. Cinque ragazzi. Bronwyn, la secchiona. Cooper, l’atleta superstar. Addy, la principessina. Nate, il cattivo ragazzo. Simon, l’emarginato. Niente in comune, almeno in apparenza. Un compito tedioso da svolgere. Simon che cade a terra per un malore. Solo quattro ragazzi che escono vivi dall’aula. E se dietro alla morte di Simon, inventore di un app di gossip, tanto maligna quanto veritiera, ci fosse proprio uno dei quattro testimoni? Eh sì, perché dalle indagini si apprende che, poco prima di morire, Simon aveva scritto un post in cui rivelava i segreti più oscuri dei quattro ragazzi con cui condivideva la punizione. Bronwyn, Nate, Cooper e Addy si ritrovano sotto l’occhio del ciclone, indagati per un omicidio di cui si dicono all’oscuro e la loro vita ne esce stravolta. Tutti loro si proclamano innocenti, ma se uno di loro stesse mentendo?

Uno di noi sta mentendo è un susseguirsi di ipotesi e speculazioni, di bugie (mal)celate e di segreti custoditi; un romanzo che miscela sapientemente il giallo e il mistery ai toni più leggeri del tipico romance adolescenziale, con le sue incertezze e speranze , con le amicizie che nascono e svaniscono e con i drammi che sembrano insormontabili. Man mano si procede nella lettura, le congetture e le ipotesi del lettore aumentano, così come la conoscenza con i quattro protagonisti, narratori di una storia che sembra complicarsi pagina dopo pagina. E, insieme a loro, il lettore impara a conoscere anche il quinto protagonista, quel Simon che oscilla tra l’essere vittima e carnefice, per via della sua sprezzante battaglia diffamatoria contro tutti coloro che non l’avevano fatto sentire accettato. Un dramma adolescenziale, dicevo, che ha per protagonisti attori che potremmo trovare in un qualunque liceo: un ragazzino solitario che si mette in mostra come può; una studentessa brillante con un futuro spianato davanti a sé; una ragazza popolare dalla vita pressoché perfetta; un atleta amato e venerato; la mela marcia del liceo, dalla reputazione irrimediabilmente danneggiata. Eppure. Eppure, via via che la storia si dipana, tutti gli stereotipi con cui l’autrice ha presentato i suoi personaggi crollano, uno dopo l’altro. La vera essenza di ognuno di loro verrà rivelata, portando il lettore a provare empatia per uno o per l’altro, e facendo sorgere nuove domande e nuove ipotesi. Quando la verità sarà finalmente svelata, ogni minimo dettaglio prenderà un nuovo senso e rimarrete, almeno credo, a bocca aperta.

Un libro davvero imperdibile, da divorare avidamente per la curiosità e che vi regalerà il piacere di giocare all’investigatore; ma che vi farà anche riflettere sulle relazioni sociali, sulla difficoltà di essere se stessi e sull’importanza dell’inclusione e dell’accettazione dell’altro. L’unico limite che mi sento di segnalarvi, e che potrebbe essere un parere assolutamente discutibile, è che mi è parso che, ad un certo punto, l’autrice sia caduta nel suo stesso tranello. Ha smantellato gli stereotipi che aveva creato per i suoi personaggi, per poi costruirne degli altri. Forse è stata una conseguenza inevitabile, perché tutti noi abbiamo bisogno di etichette con cui definire chi abbiamo di fronte, ma avrei preferito che non cadesse in questa trappola, soprattutto per quanto riguarda un paio di personaggi.
Piccoli dettagli a parte, cosa state aspettando? Indossate i panni di moderni investigatori e andate subito a scoprire #chistamentendo.
Buona lettura,
Liliana








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