venerdì 6 aprile 2018

Ritorno alle terre selvagge di Francesco Frank Lotta, recensione.

Ciao Crazy,
oggi niente romance! Vi parlo di Ritorno alle terre selvagge di Francesco Frank Lotta, pubblicato il 27 marzo dalla Sperling & Kupfer. Si tratta della storia autobiografica del viaggio che uno degli speaker della famosissima Radio Deejay ha intrapreso sulle orme di Chris McCandless -se avete visto il film Into the Wild sicuramente saprete di chi sto parlando- in Alaska. Curiose? Copritevi per bene, munitevi di tante barrette di cioccolato fondente e partite con me...




Titolo: Ritorno alle terre selvagge

Autore: Francesco Frank Lotta

Casa editrice: Sperling & Kupfer

Genere: Avventura

Categoria: Travel, Biografia

Narrazione: Prima persona


Una storia importante alle spalle, il trasferimento a Milano, il lavoro tanto desiderato in una delle radio più seguite d'Italia: quello che dovrebbe essere un punto di arrivo per Frank si rivela in realtà una battuta d'arresto. Avverte, confusamente, che qualcosa non va, che gli obiettivi raggiunti non lo definiscono, anzi lo fanno sentire ancora più smarrito. Qual è allora la sua strada? Per capirlo decide d'impulso di ripercorrere il cammino che è diventato il simbolo stesso di chi cerca la propria autenticità: lo Stampede Trail in Alaska, su cui Chris McCandless, indimenticabile protagonista di Into the Wild, si allontanò dalla società rifiutando le lusinghe di un futuro dorato ma estraneo. Attrezzatura tecnica, spray antiorso, viveri e molte domande: solo questo vorrebbe portare con sé Frank, per attraversare il fiume Teklanika, ultimo confine fra la civiltà e le terre selvagge, e raggiungere il famoso bus 142. Ma il bello di un viaggio è che ti porta sempre dove non ti aspetti. Così la sua spedizione, che doveva essere in solitaria, si rivela densa di incontri con avventurieri, studenti, un compagno fidato e, finalmente, con se stesso. In questo libro, corredato di bellissime foto, Frank racconta la sua avventura e il suo omaggio: fra ghiacci e imprevisti, non trova risposte, ma il proprio ruolo sì. È un underdog, quelli su cui nessuno scommette, sempre in gioco e pronto a ripartire, perché è lì, lontano da tutti, che le cose migliori accadono.

Ogni tanto una pausa dal romance ci vuole e sono stata felicissima di farlo con questo libro che, in primis, mi ha fatto respirare "libertà" dalla prima all'ultima pagina. Era quello che mi serviva: avevo voglia di evadere, di allontanare la mente dalla quotidianità che incombe prepotentemente nella mia vita sedentaria in questo periodo, svuotare la mente e allontanarmi dalla mia Puglia, anche solo con il pensiero.
Questo, se poi penso, è proprio quello che ha fatto Francesco, solo che lui non l'ha fatto solo con la mente. Lui è partito dal mio piccolo paesino -si avete capito bene è un mio compaesano- per andare all'università con dei sogni in tasca, e a quanto pare tanti dei suoi sogni, venti anni dopo, si sono realizzati. Voleva fare il deejay ed ora lavora nella più importante delle radio italiane, ma  la realizzazione di un sogno non sempre basta per sentirsi completi.


Spesso ci poniamo degli obbiettivi pensando che una volta raggiunti ci sentiremo finalmente appagati e "arrivati", ma se così fosse saremmo delle persone senza scopo per metà della nostra vita. Francesco forse era in questa fase, aveva bisogno di risposte per andare avanti, per uscire da una situazione di stallo, ed è andato allora alla ricerca di quelle risposte, senza aspettare che esse bussassero alla sua porta. Ha intrapreso prima Il cammino di Santiago, un pellegrinaggio mistico e carico di significato, ma a quanto pare questo primo viaggio-avventura ha solo instillato in lui la voglia spasmodica di andare oltre, di testare ancora i suoi limiti. L'appetito vien mangi... ops viaggiando, e Francesco penso che ormai non smetterà più di viaggiare, quindi mi aspetto nuovi libri sulle sue prossime avventure.

Questo in Alaska è stato una vero e proprio viaggio al limite: nel nulla più assoluto, al freddo più estremo e in un percorso pieno di barriere naturali. Faremo ogni passo con Francesco, ci farà partecipi dei suoi pensieri, delle sue paure e tante volte ci verrà da dire "sei pazzo, a mettere a rischio la tua vita, chi te lo fa fare", ma poi a conclusione di questo lungo e impervio cammino capisci che ormai il suo destino è quello: è un drogato sul punto di non ritorno e la droga sono l'ebrezza dell'avventura, della libertà vera, della bellezza incontaminata della natura, della riscoperta dell'importanza delle piccole cose. Ritorno alle terre selvagge non è solo un viaggio in Alaska ma è il viaggio di maturazione, è la presa di coscienza di un uomo che è partito per trovar risposte e ha capito che le risposte non sono nel viaggio, ma sono sempre e solo dentro di noi solo che dobbiamo imparare ad ascoltarci, sia che ci troviamo sulla strada per Santiago di Campostela, che lo Stampede Trail o chissà in pieno deserto.

Una narrazione veloce e dinamica, una storia di avventura e di crescita interiore, un viaggio raccontato con il cuore in mano e documentato con delle fotografie emozionanti che ci faranno sentire più parte della missione, un libro da leggere assolutamente!
Io aspetto il prossimo viaggio...

A presto
Ale









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