lunedì 16 aprile 2018

Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi, recensione.

Ciao Crazy,
oggi vi parlo di Tutto il buio dei miei giorni di Silvia Ciompi, pubblicato il 10 aprile da Speriling & Kupfer. Si tratta di una storia proveniente dalla famosa piattaforma di Wattpad, autoconclusiva, italianissima e adatta a chiunque ami le storie difficili e altamente emotive: fate parte di questo genere di lettrici? Allora seguitemi e vi dico cosa ho pensato del romanzo d'esordio di questa giovanissima autrice.




Titolo: Tutto il buio dei miei giorni

Autore: Silvia Ciompi

Editore: Speriling & Kupfer

Genere: New adult

Finale: No cliffhanger



Camille ha vent'anni, ama lo stadio nelle domeniche di primavera, con le maniche corte e le bandiere mosse dal vento, e ama la sua curva, in ogni stagione. Lì salta sugli spalti, tiene il tempo con le mani: è la cosa che ama di più al mondo. È l'unico posto dove si sente davvero viva. Ma un giorno, proprio fuori dallo stadio, la sua vita si spezza. Un'auto con a bordo un gruppo di ultras la investe.Tra di loro c'è anche lui: in curva tutti lo chiamano Teschio. Sembra il cliché del cattivo ragazzo, ricoperto di tatuaggi e risposte date solo a metà. Eppure Teschio e Camille sono come due libri uguali rilegati con copertine differenti. Due anime che non hanno fatto in tempo a parlarsi prima, a guardarsi meglio. Si sono passati accanto migliaia di volte, ma non sono mai stati davvero nello stesso posto. Lo sono ora. Ora che il dolore si è mangiato tutto ciò che Camille era.




A ogni sguardo nostro, a ogni cicatrice che nessuno avrebbe mai capito.
Ai pezzi che ci siamo scambiati l’un l’altra.
Ai buchi dei suoi denti scavati sul mio petto.
Al sale delle nostre lacrime mischiate.
A ogni volta che lui è stato luce dentro al buio.


È difficile che qualcuno possa leggere questo new adult e riuscire a non farsi travolgere dalla potenza di questa storia, dalla vita difficile di Teschio, dalla disgrazia che colpisce Camilla e dall'amore che sboccia fra i corridoi di un'ospedale. 
Tutto il buio dei miei giorni è una lettura che si vive pagina per pagina sulla propria pelle, una di quelle storie crude e forti che irrimediabilmente ti devastano durante la lettura. 
Anche se dalla trama è facilmente intuibile quello che sarà il risvolto del romanzo, sarà comunque impossibile non lasciarsi conquistare dalla durezza, e al contempo dolcezza, di due protagonisti che si mettono in discussione, che cercano di lottare per non affogare e che a colpi di morsi, pugni, offese arriveranno a leccarsi le ferite a vicenda fino a riuscire a sopravvivere.

Teschio è il classico ragazzo di ventotto anni problematico, quello che vive nella parte povera della città, tatuatore, con una famiglia disastrata e un passato non proprio pulito alle spalle. Le uniche note positive della sua vita sono i suoi amici leali, seppur rotti come lui, e la sua passione più grande: gli Ultras e la curva dello stadio la domenica!
È lì che incrocia per la prima volta gli occhi della giovane Camille, ed è proprio lì che capisce che è bastato un solo sguardo di quella ricciolina a incatenarlo per sempre, ma quando una domenica davanti allo stadio succede l'irreparabile pensa che ormai sia troppo tardi: non riuscirà mai più a rivolgere la parola a quella ragazzetta schiva, ma affascinata come poche dalla curva dello stadio. Non ce la fa a sopportare il peso di quello che è successo ed è così che prova comunque a conoscerla, a parlarle anche solo per una volta...
Camille è ormai indifferente a tutto dopo quello che le è accaduto. Pensa alla sua vita e non sa più darsi una collocazione nel mondo, pensa a tutto ciò che non potrà mai più fare e pian piano sente spegnersi, ma a farla reagire, a farla incazzare arriva il ragazzo con la felpa nera e con il cappuccio calato su quella testa rasata: quello arrogante e offensivo che non la tratta come una bambolina, quel ragazzo dagli occhi cristallini che la provoca e la insulta, ma che al contempo la fa sentire viva. È  lui, l'ultras della curva, lo riconosce subito, l'amico del ragazzo che l'ha investita...
Ma come può conciliarsi la vita di queste due persone così apparentemente diverse? Come farà Camilla a superare il trauma dell'incidente? Come farà Teschio a proteggere Camille se è lui la prima persona da cui dovrebbe essere difesa?
Silvia Ciompi è sicuramente una rivelazione, una giovane autrice che già al primo libro convince e fa ben capire che la stoffa della scrittrice c'è tutta! Tutto il buio dei miei giorni è infatti una bellissima storia, ma è soprattutto un romanzo che tramite l'uso sapiente delle parole arriva dritto al cuore del lettore, si vede che l'autrice ci ha messo l'anima e che ha il dono di saper lavorare con le parole fin troppo bene. Lo dimostra soprattutto il fatto che nonostante il libro sia a mio parere un po' prolisso, e in alcune parti ridondante e forse improbabile, lo si legge con grande piacere anche solo per la qualità con cui è scritto.
Sicuramente per me il libro avrebbe dovuto subire delle limature qui e lì perché risente dell'impostazione classica della pubblicazione a puntate caratteristica di Wattpad, che tende ad allungare un po' oltremisura la narrazione e che in una lettura continuativa di un libro poi si avverte. 
Ma questo è davvero un piccolissimo neo di fronte alla bellezza del testo e della storia di Teschio e Camilla. Questi ragazzi con la loro storia d'amore carica di pathos, struggimento e dolore oscureranno qualsiasi altra cosa e vi porteranno a fondo con loro!

Fatemi sapere la vostra... Ale. 








3 commenti:

  1. libro molto intenso e la scrittrice e'un bravissima, ma anch'io in alcuni punti avrei sfoltito qualcosa,alcune ripetizioni mi disturbavano la lettura annoiandomi. ma come detto bellissimo libro, mi e' scesa anche la lacrimuccia

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  2. Una bella trama con due personaggi molto profondi. Non mi è piaciuta la scrittura in realtà. Soprattutto tutti quei "te, te, te".
    Alcune volte un po noioso ma tutto sommato un bel libro.

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  3. E' un libro che ho letto in pochi giorni e che, oddio, diciamo che non mi è piaciuto tantissimo. Certo la storia di Camille e quello che le è successo è terribile, ma da persona disabile quale sono avrei voluto che l'autrice si concentrasse di più sul percorso di riabilitazione. Invece gira tutto intorno alla storia d'amore, tra l'altro fatta di parolacce (troppe, per i miei gusti), offese e cose del genere, che non mi sono piaciute un granché. Tutti quei "te, te, te" anziché dei "tu" sembravano quasi una forma dialettale.
    Non mi è piaciuto il fatto che Camille non abbia denunciato chi l'ha investita. Okay lui non l'ha vista, ma che vuol dire? L'ha comunque tirata sotto.
    Poi il fatto che Luca beva per annegare il dolore o anche solo perché gli piace, sicuramente non + una soluzione ai suoi problemi. Ma ciò che non capisco è il fatto che non ci vuole nemmeno provare a smettere di bere! E poi c'è anche la questione delle canne: stessa cosa.
    Ad ogni modo, l'amore di Camille per lo stadio è descritto magnificamente, sembra davvero una casa come lei lo definisce.
    Apprezzo il fatto che l'autrice abbia voluto trattare una tematica tanto delicata come la disabilità seguita ad un incidente e l'ha fatto con molto tatto e sensibilità. E per quanto riguarda il lato psicologico, i personaggi sono costruiti benissimo. Si capisce bene come si sentono, a volte ho provato sensazioni simili a quelle di Camille o di Luca in certe situazioni, cosa che me li ha fatti sentire più vicini. Le riflessioni sulla malattia e sulla morte sono molto profonde e vere. Lasciano il segno, perché l'autrice è riuscita ad usare parole forti e d'impatto che difficilmente si dimenticano. Si comprendono le loro difficoltà, questo loro rincorrersi continuo, i problemi che alla fine affrontano sempre insieme.

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