lunedì 9 aprile 2018

Uomini che restano di Sara Rattaro, recensione

Ciao crazy,
oggi vi parliamo dell'ultimo romanzo di Sara Rattaro, uscito lo scorso 13 febbraio. Come tutti i libri di questa autrice, leggere Uomini che restano è fare un profondo viaggio nella psiche umana, dove pregi e difetti di ognuno vengono messi in luce e rendono responsabili i personaggi (che rappresentano ognuno di noi…) della propria fortuna e anche sfortuna.
Valeria e Fosca si conoscono per caso, complici due appartamenti attigui e la fine di un rapporto sentimentale. Entrambe hanno bisogno di un'amica da sostenere e che la sostenga. E nonostante il titolo, sono le donne le vere protagoniste di questo libro. Volete conoscerle meglio?




Titolo: Uomini che restano

Autore: Sara Rattaro

Editore: Sperling & Kupfer

Data: 13 febbraio 2018

Genere: Narrativa

Narrazione: Prima persona, POV alternato femminile

Finale: No cliffhanger







«Sapere da dove vieni è l'unico modo per poterti ritrovare.» All'inizio non si accorgono nemmeno l'una dell'altra, ognuna rapita dal panorama di Genova, ognuna intenta a scrivere sul cielo limpido pensieri che dentro fanno troppo male. Fosca e Valeria si incontrano per caso nella loro città, sul tetto di un palazzo dove entrambe si sono rifugiate nel tentativo di sfuggire al senso di abbandono che a volte la vita ti consegna a sorpresa, senza chiederti se ti senti pronta. Fosca è scappata da Milano e dalla confessione scioccante con cui suo marito ha messo fine in un istante alla loro lunga storia, una verità che per anni ha taciuto a lei, a tutti, persino a se stesso. Valeria nasconde sotto un caschetto perfetto e un sorriso solare i segni di una malattia che sta affrontando senza il conforto dell'uomo che amava, perché lui non è disposto a condividere con lei anche la cattiva sorte. Quel vuoto le avvicina, ma a unirle più profondamente sarà ben presto un'amicizia vera, di quelle che ti fanno sentire a casa. Perché la stessa vita che senza preavviso ti strappa ciò a cui tieni, non esita a stupirti con tutto il buono che può nascondersi dietro una fine. Ti porta a perderti, per ritrovarti. Ti costringe a dire addio, per concederti una seconda possibilità. Ti libera da chi sa soltanto fuggire, per farti scoprire chi è disposto a tutto pur di restare al tuo fianco: affetti tenaci, nuovi amici e amici di sempre, amori che non fanno promesse a metà. Sara Rattaro racconta le nostre emozioni come se sapesse leggerci dentro. Sono nostre le paure e le speranze, le illusioni e gli smarrimenti di fronte alle mille variabili dell'amore, alle traiettorie imprevedibili dell'esistenza. Sono eroi normali quelli che vincono in questa storia, donne e uomini che hanno il coraggio di lottare nei momenti più duri, di accettarsi senza indossare maschere, di tenere aperta la porta del cuore per esporsi al destino e ricominciare.




Si scappa per paura, per viltà o per punizione.
Si ritorna per coraggio,
 malinconia o per restituire qualcosa che si era portato con sé…



Per potere scrivere questa recensione ho dovuto lasciare che il ricordo di quanto letto mi sedimentasse in fondo allo stomaco. Non perché non sia bello o sia troppo drammatico, ma piuttosto perché leggere la Rattaro mi fa sempre uno strano effetto di sdoppiamento. La scrittura è brillante, i personaggi ben delineati, i dialoghi attenti, le descrizioni precise, il tono scorrevole. Ma poiché non si tratta mai di un romance, quanto piuttosto di ottima narrativa contemporanea, mi lascia sempre con un retrogusto amaro in bocca. I protagonisti della Rattaro fanno sempre a botte con la vita, come chiunque di noi; a volte riescono a vincere, altre no, e a volte intraprendono strade tortuose e adottano scelte che chi legge non condivide.
Fosca e Valeria sono due bandiere che vengono sbattute dal vento impetuoso e si sfilacciano un po', pur riuscendo a rimanere attaccate all'asta. Entrambe credevano di avere trovato l'anima gemella nel rispettivo compagno, entrambe si sbagliavano. Eppure da sole sono forse capaci di decisioni migliori, scelte più attente alle proprie esigenze.
Tra le due, quella di Valeria è sicuramente la posizione peggiore, vista la sua situazione, che non sto qui a spoilerarvi, ma anche a Fosca manca la terra sotto ai piedi. Del resto, pensiamo a quante volte ci è capitato di sentirci sfiniti e perduti per qualcosa che agli occhi altrui non è poi così grave… Il fatto è che il dolore, così come il piacere, sono soggettivi e non hanno una gradazione universalmente riconosciuta.
Che abbiano ragione o torto, che noi ci troviamo d'accordo con loro oppure no, entrambe soffrono, moltissimo. Hanno dovuto azzerare la propria esistenza e farla ripartire da basi completamente differenti. Non è certo cosa facile, per nessuno. Fosca torna alla casa dei genitori in cerca d'aria, perché nella casa di Milano dove viveva con il marito le sembra di impazzire, Valeria vorrebbe dimenticare la propria pelle per un po'. Entrambe, parlando di se stesse a capitoli alternati, aiutano l'altra a evadere dal proprio dolore per comprendere quello dell'una, e così facendo si aiutano, si stimolano, si danno forza e coraggio.
Intorno a Fosca e Valeria si muovono diversi personaggi: i genitori di entrambe, gli ex compagni, diversi amici. Le mamme sono fenomenali, così come l'amica Anna, e Fabrizio, il collega di lavoro di Valeria. Eppure il soggetto più interessante di tutto il libro, collante tra le due donne protagoniste, è Alex. Medico, amicone e compagno di scherzi, bevute e scopate, Alex è quello apparentemente più sicuro di sé e più responsabile di tutti i personaggi, a lui ci si rivolge per qualunque problema, medico e no. Tutti hanno guai da risolvere e difficoltà da accettare. Tutti tranne Alex. Ma è davvero così?

La vita di quasi tutti i personaggi poggia su verità e sentimenti negati, e su segreti, troppi dolorosi segreti, che rischiano di fare molto più danno ad ogni giorno che passa. Tranne quella di Alex, di nuovo. Ma di nuovo viene da chiedersi: è davvero così?
Ecco il motivo per cui, nonostante gli innegabili pregi di questo bellissimo libro, forse non mi è arrivato proprio fino in fondo al cuore: il coraggio. Ho sempre creduto che fosse l'intelligenza, sopra a tutte le altre caratteristiche, quella che sa farmi innamorare di un personaggio come Alex. Invece scopro che non basta. Alex è intelligente, moltissimo. E' buono, moltissimo. E' altruista, moltissimo. Ma non è coraggioso.
E se non abbiamo coraggio, mentre percorriamo la nostra strada, tutta la nostra vita sarà solo una lunga serie di rimpianti.
Le donne di questo libro "vanno" tutte quante avanti. Sbagliano, inciampano, si rialzano, crescono. Gli uomini restano. Fermi. Anche quando sembra che finalmente parlino, finalmente confessino, non è mai un vero punto e a capo. Di fatto non cambiano mai in niente. Il che, da un certo punto di vista, dà sicurezza: nessuna novità ci coglierà mai impreparati, sapremo sempre con chi abbiamo che fare. Ma dall'altro punto di vista, accidenti, il coraggio non è un nome comune maschile? Qui lo dovremmo definire femminile!
Mi rendo conto di essere stata poco chiara in queste mie considerazioni, ma…se dicessi di più vi toglierei piacere e curiosità. E invece vi aspettano tra le pagine di questo romanzo di Sara Rattaro, la scrittrice del coraggioso animo femminile.
Alla prossima lettura.
Baci
Cri 












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